Dio non si vendica!
Una storia che ci appartiene – «Il racconto del Vangelo odierno parla dell'alleanza che Dio ha voluto stabilire con l'umanità ed alla quale ha chiamato anche noi a partecipare. Questa storia di alleanza però, come ogni storia di amore, conosce i suoi momenti positivi ma è segnata anche da tradimenti e da rifiuti. Per far capire come Dio Padre risponde ai rifiuti opposti al suo amore e alla sua proposta di alleanza, il brano evangelico pone sulle labbra del padrone della vigna una domanda: "Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?". Questa domanda sottolinea che la delusione di Dio per il comportamento malvagio degli uomini non è l'ultima parola! È qui la grande novità del Cristianesimo: un Dio che, pur deluso dai nostri sbagli e dai nostri peccati, non viene meno alla sua parola, non si ferma e soprattutto non si vendica!» (P. Francesco, Angelus 08.10.2017).
Il sogno di Dio – «La perenne storia di amore e tradimenti tra Dio e l'uomo non si concluderà né con un fallimento né con una condanna da parte di Dio, ma con l'offerta di una sempre nuova possibilità: Egli continua a donarci la sua vigna da coltivare. Tra Dio e l'uomo le sconfitte servono solo a far meglio risaltare l'amore di Dio. Il sogno di Dio non è la condanna a una pena esemplare per chi ha sbagliato, ma una vigna, un mondo che non maturi più grappoli rossi di sangue e amari di lacrime, che non sia una guerra perenne per il potere e il denaro, ma che maturi una vendemmia di giustizia e di pace, la rivoluzione della tenerezza, la triplice cura di sé, degli altri e del creato» (Ermes Ronchi, Commento al Vangelo).
Polvere di stelle – «Dio, dopo averci creato ed essersi preso cura di noi, ha affidato tutto alle nostre mani: la Chiesa, la vita, la terra che abitiamo, le persone che ci passano accanto, tutto ciò che ci circonda. Possiamo scegliere di custodire, di amare, di far germogliare la vita, oppure essere come quei contadini: impossessarci della vigna, spegnere la voce profetica del Vangelo e di coloro che lo annunciano, "cacciare fuori" Dio stesso e, così fare della vigna un luogo di sopraffazione, egoismi, rancori, violenze.
Tuttavia, la parabola volge alla speranza: "la pietra che voi avete scartato è diventata pietra fondamentale", dice Gesù. Egli è ucciso fuori da Gerusalemme, eppure da lì inizia una storia nuova. Questo è il miracolo dell'amore di Dio: dallo scarto Egli inizia qualcosa di nuovo, dalla debolezza costruisce una storia di salvezza. Anche se l'amore è ferito e tradito, Dio non si arrende. Tenta di nuovo, si fida ancora di noi, ci consegna ancora Suo Figlio e — davvero "folle" questo Padre — "lo mette" nelle nostre mani. E se anche ci sembra che il Vangelo non germogli, in tante situazioni di vita personale e sociale, in realtà, pur in mezzo ai fallimenti, Dio fa cose grandi.
Dalle pietre scartate della nostra vita, dai fallimenti, dai cedimenti, dalle debolezze, dalle paure che ci abitano dentro, Egli inizia una vita nuova. E per ogni volta che, con la nostra vita appesantita e ferita, ci sentiremo "pietre di scarto", ricordiamo le parole di don Tonino Bello: "Da quando Gesù è stato sconfitto sulla croce nell'emarginazione più nera, anche gli scarti dell'umanità sono diventati polvere di stelle"» (Francesco Cosentino, L'Osservatore Romano - 30.09.2020).